Percorsi sensoriali nel territorio di Aggius.
Così selvaggia e maestosa,
circondata dai suoi monti appuntiti e frastagliati, segati da acque
limpide e abbondanti; coi suoi paeselli arroccati sul granito, spazzati da un
vento impetuoso che assorda e ripulisce l'aria. Una terra dura ma riconoscente
con chi la lavora con passione, così diversa dal resto della Sardegna:
negli usi, nei costumi, nella lingua.
Mi ritrovo ad Aggius,
dopo i roboanti tornanti della Fumosa immersi nei lecci. Mi ha attirato qui la
storia di un pastore sordomuto raccontata magistralmente da Enrico Costa alla
fine dell'Ottocento, Bastiano Tansu, che era il braccio armato della faida tra
tre famiglie aggesi e da qui partiva per le sue scorribande di vendetta.
Il paese si abbarbica alle
falde granitiche dei monti retrostanti, il riverbero d'estate acceca gli occhi.
Aggius sorprende per la bellezza e la cura del suo centro e per l'accoglienza
che qui viene riservata ai visitatori: non a caso ha ottenuto anche per il 2018
la Bandiera Arancione per la qualità dei servizi turistici e la
conservazione del patrimonio storico e ambientale. E in paese si può soggiornare
nelle caratteristiche charming houses a quattro stelle
come "La Vignaredda" e "Li Manni", dotate di ogni comfort e
adatte a tutta la famiglia.
Per immergersi nella natura
consiglio vivamente i laghetti e il bosco di Santa Degna, a due passi
dal paese. Le sue pittoresche cascatelle, le oche che scivolano sull'acqua, i
tavolini in pietra tra gli alberi ispirano al più totale relax, col sottofondo
gracchiante delle ghiandaie. Per gli amanti del trekking e delle passeggiate a
cavallo numerosi sentieri conducono verso i monti Sozza e Fraili (meta
anche di escursioni notturne in estate), per una tappa intermedia verso il
piccolo borgo di Bortigiadas, famoso per i suoi limoni, il Museo mineralogico e
la limpidezza delle sue fonti.
Un' atmosfera onirica e panorami
mozzafiato offre invece la Valle della Luna, una piana segnata dai
sentieri dei pastori e costellata dagli stazzi. La mia guida mi scorta tra
paesaggi in cui a farla da padrone sono giganteschi massi granitici, steppe
erbose e bovini al pascolo: sembra di stare su un altro pianeta, il cielo
sovrasta e si prende tutto, fino al miraggio del mare all'orizzonte. Di
notevole interesse una visita al nuraghe Izzana, uno dei pochissimi
rappresentanti del genere in Gallura, col suo poderoso architrave e un ultimo
sguardo sul curioso monte Pulchiana, un panettone di granito per gli amanti
del climbing.
Tornato in paese, è ora di
sedersi a tavola, e non posso esimermi dal far tappa all'agriturismo
"Il Muto di Gallura". La cordialità del signor Serra, padrone di
casa, e la vicinanza del caminetto mi accompagnano in un impareggiabile tour
enogastronomico, tra chiusoni al sugo (pasta tipica della zona), ravioli
di asparagi, zuppa gallurese con pecorino, cinghiale in agrodolce e
arrosto di maiale, da concludere coi dolci della casa e l'inimitabile Moscato
di produzione locale.
La tenuta è dotata inoltre di
comode stanze per pernottare, una riserva privata di caccia e del Museo dei
carri a buoi, con cui si possono godere meravigliose escursioni nei dintorni.
Un' ultima tappa in centro è
doverosa per visitare il Museo etnografico Oliva Carta Cannas, in cui
sono mostrati i segreti dell'antica arte aggese della tessitura, e il Museo
del Banditismo.
Mi accingo così a continuare il
mio viaggio in questo territorio unico, verso Tempio, Luras e il lago
del Liscia.
travel blogger e guida
turistica
ama
raccontare la sua Sardegna
nascosta
in modo inedito
Grazie per i tuoi Commenti